Giornalista freelance
INTHEBOX
Basta solo un click.
Sì proprio un click su quell’icona in alto a sinistra: la donna coi capelli rossi stile settecento sulla scritta “KITAKKAT”.
Un solo click su un’icona.
Una finestra su un nuovo mondo.
Era quello il tempo del Myspace, del social network si conosceva ben poco ma quello che mi attirò maggiormente fu la curiosità e così decisi di premere il pulsante sull’icona di KITAKKAT.
Quando attraversai questo nuovo universo i miei occhi restarono completamente accecati dal COLORE.
Pippy Calzelunghe era circondata da iridescenti farfalle ; una donna tra le rosse fragole afferra un pugnale zebrato; Stephanie impugnando mattarello e cucchiarella aveva il basilico tra i capelli e la testa tra le nuvole; la femminella sponsorizzava la nutella; due coniugi affrontavano l’inizio di un nuovo giorno sulle note di “Bonjour Bonjour” legati da una camicia di forza; Spiderman soccorreva il San Sebastiano trafitto.
Come vivendo l’esperienza di un dejavù riconobbi che tutti queste opere appartenevano ad altre vite.
Ognuno di esse aveva una sua storia da raccontare.
Molte avevano cucite addosso storie di dolore.
E tra queste riconobbi anche lei : la paladina del SOCIAL POP Contemporaneo , nel suo box alle prese tra arte e vita.
Allora decisi di provare a sbirciare all’interno di questo box per vedere e capire meglio ma per farlo dovetti attraversare il suo armadio nel giorno del cambio di stagione.
Oltre l’armadio c’era lei , anima bella seduta alla sua scrivania per ore e per giorni.
Occhi per catturare tutto e ovunque pronta a schernire e mascherare attraverso il mezzo della POP ART ciò che va oltre la superficie della Pop art stessa; pronta a toccare con mano e a infrangere violentemente.
E da quel box indietro non sono voluta più ritornare.
Roxy illumina come un lanternino facendo luce sul buio.
Strappa il cielo di carta del teatrino su cui appoggia tutta l’ intera società senza nessuna paura.
Così Hitler viene assediato dai Puffi e la vecchia venditrice di banane del quartiere veste i panni di Uma Thurman in “Kill Bill”.
Lavoro matto e disperatissimo e tantissima voglia di sperimentare.
Si sdoppia nell’atto della concezione di ogni opera come un’arma bifronte che ride per una faccia del pianto della faccia opposta.
Grida in faccia tutte le verità.
Nessuno a volte le crede e molti pensano sia egocentrica.
Ma a lei non importa.
Continua per la sua strada.
La sua voce oggi è ancora più alta.
Puzza di sangue e profuma di rosa in una canzone di Raiz ; si trasforma donando ragione e sentimento ad Elvis Presley.
Corre per il pop e salva le icone.
Segue il suo cuore e la sua arte è il frutto del solo e libero movimento della sua vita interiore.
Roxy in the Box è come l’arte….è eterna e non ha età.
Alessia Avallone